Anche all’imprenditore, al pari di quanto previsto per il dipendente, in occasione di un sequestro, va assicurato il cosiddetto minimo vitale.
Ad affermarlo è la Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 795 depositata il 13 gennaio 2022 (clicca qui per leggere la sentenza sul sequestro imprenditore).
Ma mentre per il dipendente la legge fornisce un criterio per stabilire la misura del minimo vitale (il triplo dell’assegno sociale), così non è per l’imprenditore.
Infatti, in questo caso non sussiste un criterio oggettivo.
Dovrà quindi compiersi da parte del giudice una valutazione caso per caso, sulla base delle allegazioni prodotte in atti.
A tal fine è necessario che l’interessato dimostri la situazione patrimoniale e reddituale.
Nel caso esaminato dalla Corte di Cassazione, è stata rigettata la richiesta di un commercialista che adduceva come minimo vitale le somme mensili di euro 3.000,00 per esigenze familiari e di euro 10.000,00 per esigenze lavorative.
Fondamentale è quindi rivolgersi a un esperto che sappia guidare l’imprenditore nella raccolta della documentazione necessaria al fine di dimostrare l’entità del “minimo vitale” insequestrabile.
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