Separazione e divorzio: i denari conferiti durante il matrimonio vanno restituiti?

Recentemente una signora si è rivolta allo Studio, per lamentare il fatto di aver conferito una somma pari a migliaia di euro all’inizio del matrimonio sul conto comune con il marito e di non aver lavorato, di comune accordo con lo stesso, per accudire i figli.

Precisava la signora di essere rimasta a casa, rinunciando alla sua carriera per anni, pur avendo una laurea spendibile proficuamente.

Ed ancora, la cliente aggiungeva che al momento della decisione di separarsi dal marito, la stessa non aveva alcun denaro da parte, avendo conferito tutti i suoi risparmi sul conto cointestato con il marito, il quale, al contrario, lavorando, era riuscito a risparmiare delle somme.

Per dare una risposta alla richiesta di consulenza della moglie, occorre partire dall’esame di alcune questioni preliminari.

Quali possono essere i regimi patrimoniali applicabili al matrimonio?

I regimi patrimoniali applicabili in circostanza di matrimonio sono la separazione dei beni e la comunione dei beni.

Se nell’atto di matrimonio non viene specificato diversamente, si applica il regime della comunione dei beni.

Quali sono le conseguenze del regime patrimoniale della separazione dei beni, in circostanza di matrimonio?

Qualora i coniugi abbiano optato per il regime della separazione dei beni in circostanza di matrimonio, gli acquisti effettuati dopo il matrimonio sono di proprietà esclusiva del coniuge che li ha effettuati.

Quali sono le conseguenze del regime patrimoniale della comunione dei beni, in circostanza di matrimonio?

Qualora si applichi il regime della comunione dei beni, gli acquisti effettuati in circostanza di matrimonio sono di proprietà al 50% fra ciascun coniuge, indipendentemente dal fatto se l’acquisto è avvenuto con i denari solo di uno e separatamente.

Quali sono i beni che non cadono in comunione?

L’articolo 179 del codice civile elenca invece i beni che, pur vigendo il regime di comunione legale, non sono soggetti a detto regime (in altri termini, il coniuge titolare di detti beni si comporta come un soggetto non coniugato). Essi sono

a) i beni di cui, prima del matrimonio, il coniuge era proprietario o rispetto ai quali era titolare di un diritto reale di godimento;

b) i beni acquisiti successivamente al matrimonio per effetto di donazione o successione, quando nell’atto di liberalità o nel testamento non è specificato che essi sono attribuiti alla comunione;

c) i beni di uso strettamente personale di ciascun coniuge ed i loro accessori;

d) i beni che servono all’esercizio della professione del coniuge, tranne quelli destinati alla conduzione di un’azienda facente parte della comunione;

e) i beni ottenuti a titolo di risarcimento del danno nonché la pensione attinente alla perdita parziale o totale della capacità lavorativa;

f) i beni acquisiti con il prezzo del trasferimento dei beni personali sopraelencati o col loro scambio, purché ciò sia espressamente dichiarato all’atto dell’acquisto

Va peraltro precisato che l’acquisto di beni immobili, o di beni mobili registrati, effettuato dopo il matrimonio, è escluso dalla comunione quando tale esclusione risulti dall’atto di acquisto se di esso si a stato parte anche l’altro coniuge.

Quali sono i beni che cadono in comunione?

Gli acquisti, quindi terreni, immobili, autovetture, tranne i beni personali.

Quali sono le conseguenze del regime patrimoniale della comunione dei beni, in caso di separazione o divorzio?

Il regime patrimoniale della comunione dei beni, in caso di separazione o divorzio, prevede che i beni acquisiti in circostanza di matrimonio e che sono caduti in comunione, vadano ripartiti a metà.

Quali sono le conseguenze del regime patrimoniale della separazione dei beni, in caso di separazione o divorzio?

Il regime patrimoniale della separazione dei beni, in caso di separazione o divorzio, prevede che ciascun coniuge rimane nella titolarità degli acquisti effettuati personalmente in circostanza di matrimonio.

Cosa è la comunione de residuo nel caso di separazione?

La comunione de residuo prevede che la divisione di alcuni beni ci sia solo qualora residuano al momento della separazione (es. stipendi)

Ci sono obblighi economici dei coniugi, l’uno nei confronti dell’altro, durante il matrimonio?

L’Art. 143 cc prevede che ciascun coniuge abbia l’obbligo di contribuire ai bisogni della famiglia in proporzione alle proprie capacità economiche e di lavoro (professionale o casalingo).

Quando un coniuge che ha conferito dei denari in circostanza di matrimonio ha diritto alla restituzione?

Per stabilire se un coniuge che ha conferito dei denari in circostanza di matrimonio ha diritto alla restituzione, occorre fare una distinzione rispetto all’uso degli stessi.

Quando il conferimento di denari da parte di un coniuge deve essere certamente restituito?

Se l’impiego è stato effettuato per bisogni che prescindono da quelli della famiglia, es. ristrutturazione casa di famiglia dell’altro coniuge, il diritto alla restituzione è ravvisabile.

Nel caso in cui invece i denari sono stati utilizzati per soddisfare le esigenze della famiglia (es. iscrivere a scuola i figli, fare la spesa, pagare le bollette dic asa ecc), il diritto alla restituzione è certamente molto dubbioso alla luce di quanto previsto dall’art. 143 cpc.

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Categorie: Diritto di Famiglia